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James Hillman |
Abbiamo cominciato questo percorso riferendo alcune critiche alla
scientificità della psicoanalisi, accusata di essere una sorta di religione o
setta. Questa ed altre critiche sono condensate nelle oltre ottocento pagine di un libro pubblicato in Francia nel 2005 e significativamente intitolato Il
libro nero della psicoanalisi. Le accuse rivolte a Freud ed alla
psicoanalisi non sono nuove: il padre della psicoanalisi avrebbe falsificato i
casi clinici, esagerato l'efficacia della propria terapia, elaborato una teoria
nebulosa, dogmatica e poco efficace sul piano pratico, attingendo peraltro
generosamente a concezioni della sua epoca. Dietro queste accuse, che
hanno suscitato un ampio dibattito, c'è il desiderio di combattere il
monopolio della psicoanalisi facendo spazio alle concorrenti terapie
cognitivo comportamentali (cui appartengono gli autori del libro).
Più interessante forse, perché sicuramente non di parte, è quanto dice della
psicoanalisi un autore considerato il più grande rappresentante della
scuola junghiana: James Hillman. La psicoanalisi, afferma Hillman, ha
promesso di rendere gli uomini più felici, o almeno meno sofferenti.
Cent'anni dopo, è possibile constatare che le cose sono andate
diversamente: non siamo più felici, abbiamo ancora tutte le nevrosi
dell'epoca di Freud, ed anzi il malessere è aumentato. Per Hillman, ciò è
dovuto ad un errore di prospettiva della psicoanalisi. Invece di aiutare le
persone ad affrontare le difficoltà presenti, a fare i conti con la realtà , la
psicoanalisi le sospinge indietro, verso il passato, verso la propria infanzia
ed i propri vissuti individuali. Le difficoltà restano, il mondo continua ad
essere invivibile, mentre i pazienti in analisi frugano nel proprio passato
alla ricerca di quelle cause del malessere che invece sono tutti i giorni sotto
i loro occhi – condizioni di lavoro malsane, rapporti sociali sbagliati,
inquinamento, squallore residenziale, eccetera. Diventare consapevoli di
questi problemi e del legame tra questi problemi ed il nostro malessere ci
porterebbe a chiedere un mondo diverso. Il lettino dell'analista, essendo il
luogo in cui emerge il malessere dei singoli, diventerebbe anche il luogo in
cui si protesta contro il mondo attuale e se ne reclama uno migliore.
Ma le
cose non vanno così. Non solo la psicoanalisi non ha un carattere
rivoluzionario. Essa è diventata una ideologia conservatrice, preoccupata
di piacere alla classe media evitando accuratamente tutto ciò che può
scandalizzarla o infastidirla. In realtà , molto conservatorismo era già in
Freud, che al tempo stesso però riusciva a scandalizzare i benpensanti.
Oggi la psicoanalisi non scandalizza più nessuno, né pretende di cambiare
nulla. Più che di fallimento della psicoanalisi in generale, sembra che si
possa parlare di un fallimento della cosiddetta sinistra freudiana, vale a
dire di quei pensatori, come Adler e Fromm, che hanno pensato di poter
impiegare le scoperte di Freud come uno strumento ideologico per lo smascheramento del sistema capitalistico e l'edificazione di un sistema
sociale ed economico più libero e sano.
Bibliografia
Il Libro nero della psicoanalisi, curato da C. Meyer, è stato pubblicato in Italia da Fazi (2006). Le critiche di Hillman alla psicoanalisi sono nel libro Cent'anni di psicanalisi e il mondo va sempre peggio (Rizzoli, 2005).
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