L’antropologia culturale studia l’essere umano come essere culturale. Ma cosa si intende con cultura? Nell’uso corrente del termine, la cultura ha a che fare con lo studio e l’acquisizione di conoscenza più o meno raffinata, ed è spesso certificata da diplomi o lauree. Da questo punto di vista le persone si distinguono in colte ed incolte. Dal punto di vista antropologico, invece, tutte le persone hanno cultura. Fin dalla nascita, noi siamo immersi in un ambiente umano dal quale riceviamo influenze determinanti per il nostro modo di essere. Quello che siamo è il risultato dell’incontro di natura e cultura. Abbiamo una certa statura, la pelle di un certo colore, i capelli scuri o biondi, eccetera, ma il modo in cui acconciamo i capelli, il fatto di lasciarli crescere o tagliarli, o l’usanza di praticare tatuaggi sulla pelle, o il modo di vestirci appartengono alla cultura. Per natura possediamo la capacità di parlare, ma è grazie alla cultura che impariamo una lingua particolare. Anche gli atti più naturali, come mangiare o il sesso, hanno un aspetto culturale che è determinante: quello che mangiamo effettivamente deriva dalla cultura cui apparteniamo, così come il modo in cui concepiamo gli atti sessuali. In alcune culture alcuni cibi sono vietati, o perché sacri o perché considerati impuri, e in tutte le culture esistono molti divieti che riguardano la sfera sessuale, che tuttavia variano molto: in alcune culture l’omosessualità, ad esempio, è fortemente condannate, in altre ammessa, e lo stesso vale per i rapporti prematrimoniali o per la promiscuità sessuale.
La prima definizione di cultura in senso antropologico si trova nel libro Primitive Culture del 1871 di Edward B. Tylor: 
La cultura o civiltà, presa nel suo senso etnografico più ampio, è quell'insieme complesso che include conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro della società. 
Alcuni di questi aspetti riguardano l’aspetto intellettuale, immateriale, e sembrano avvicinarsi alla cultura intesa nel senso comune. Ma la morale e il diritto, ad esempio, non sono necessariamente scritti, né hanno a che fare con lo studio. Un popolo può avere un diritto basato su regole non scritte ed una morale condivisa pur senza possedere il diritto e la morale come discipline. Altro aspetti hanno a che fare con l’aspetto materiale dell’esistenza. Ogni popolo ha una sua tecnologia, un suo modo di costruire le case, di fabbricare utensili, di confezionare vestiti, di cucinare i cibi. Nella definizione di Tylor, la cultura è un insieme. Questo vuol dire che ogni aspetto di una cultura è in relazione con gli altri: un antropologo studia la cucina di un popolo interrogandosi sui suoi rapporti con la religione, con l’arte o con la morale. Le culture si presentano come degli universi di senso compatti, anche se spesso può essere difficile orientarsi in esse per chi proviene da una culura diversa.